La mia battaglia

Mi invitava suadente la vita
a godere del dolce sole
autunnale e gli invitanti
suoi frutti succhiare.

Ma gli occhi avevo da benda
foderati e le orecchie otturate
mi impedivano di sentirla,
intenta com’ero al mio sogno.

Vincere dovevo la mia strenua lotta
contro enormi mulini a vento,
tanto che qual novello don Chisciotte
stavo per perdere il senno.

Ma ecco un’ape regina su un
grappolo d’uva matura posarsi
e il suo ronzio dal sonno svegliarmi.
Fu così che capii e alla realtà tornai.

Sandra Greggio

Archeologia di uno sguardo

Mi nutro del verbo scavare
che snida i cinguettii dell’anima
sepolti nella terra dell’assenza.
Furiose mani cercano
i cocci di una presenza.
Randagio il cuore
s’incammina per il mondo.
E mendica un tozzo di luce.

Mariateresa Bari

Arte contemporanea – opera di Angelo Accardi

A mio padre – Alfonso Gatto

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

(A mio padre, da “La storia delle vittime” – 1945)