Sfondo per desktop e aforisma gratis

“Abituatevi, educate voi stessi a fare tutto ciò che fate perfettamente, con cura e precisione; che il vostro agire non abbia niente di impreciso, non fate niente senza provarvi gusto, in modo grossolano.
Ricordatevi che nell’approssimazione si può perdere tutta la vita, mentre al contrario, nel compiere con precisione e al ritmo giusto anche le cose e le questioni di secondaria importanza, si possono scoprire molti aspetti che in seguito potranno essere per voi fonte profondissima di un nuovo atto creativo.”

Pavel Florenskij (filosofo, matematico e religioso russo)
Manifestazione divina
hdr

La transavanguardia come movimento artistico

La transavanguardia teorizzava un ritorno alla manualità, alla gioia ed ai colori della pittura dopo alcuni anni di dominazione dell’arte concettuale. Il movimento, teorizzato e sistematizzato dal critico Achille Bonito Oliva, è ascrivibile come un movimento del tutto italiano, scarsamente riconosciuto all’estero[6]. Vide protagonisti un quintetto di artisti[7]: Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Nicola De Maria e Mimmo Paladino, con i quali collaborò parallelamente Sirio Bellucci e ai quali poi si aggiunsero Mimmo Germanà, Ernesto Tatafiore, Nino Longobardi (presenti nella sezione Aperto ’80 della Biennale di Venezia del 1980) e Andrea Vaccaro, che in seguito abbandonò il movimento[8].

Nel 1979, ad Acireale, una mostra curata da Achille Bonito Oliva, Opere fatte ad Arte, poneva le basi di quella che poi venne consacrata alla Biennale di Venezia del 1980. In un’intervista pubblicata nel numero 13 (ottobre 1979) della rivista Segno si legge: “[…] questi artisti assumono la pratica pittorica come un movimento affermativo, come un gesto non più di difesa ma di penetrazione attiva, diurna e fluidificante. […]”. Nel 2011, dal 24 novembre al 4 marzo 2012, è stata allestita una mostra antologica al Palazzo Reale di Milano.

L’importanza dell’ascolto e della non violenza

La sfida globale dell’inclusione dell’Altro è sempre più attuale per le nostre società. Evidentemente non basta vivere in un mondo iperconesso, con la libertà di spostamento e l’accesso continuo alle informazioni per garantire una coesione sociale. Le nuove crisi esigono risposte coordinate da parte di tutti i paesi e tutte le culture. Il nostro futuro dipenderà direttamente dalla nostra capacità di considerarci pari, di andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi, di vedere che siamo nella stessa barca. Ascoltiamo Priel Korenfeld perché quello è il messaggio che ci vuole dare: l’ascolto.